martedì, ottobre 17, 2006

skinhead rossi interrompono Pansa...ecco la tolleranza di certa sinistra

Reggio Emilia,16 ottobre.C'è grande attesa per la presentazione del libro di Giampaolo Pansa,"La grande bugia.Le sinistre italiane e il sangue dei vinti",in una sala strapiena di giornalisti,gente comune oltre che di ex partigiani.
C'è grande attesa perchè è il libro attualmente più venduto in Italia,ma c'è grande attesa soprattutto per via dell'argomento trattato(lo si evince dal titolo stesso del libro),ovvero il prezzo di sangue troppo alto pagato da chi la guerra l'ha persa,un sangue del quale non si doveva sapere,perchè così hanno voluto i vincitori della seconda guerra mondiale.
Ma durante la presentazione entra un giovane ed urla:"Io sono un cittadino di serie A, e lei ha scritto un libro infame per fare soldi sulle spalle della Resistenza!".Dopodichè entrano altri no global,dispiegano striscioni come "revisionisti assassini"e cantano "bella ciao".
L'indignazione del resto della sala è notevole,ma su tutte spicca senza dubbio l'indignazione di alcuni ex partigiani che urlano:"Siamo comunisti da cinquant’anni ma siamo qui per ascoltare Pansa, se non lo fate parlare siete peggio dei fascisti!".
Ma vaglielo a spiegare agli skinhead rossi,vaglielo a spiegare che ascoltare chi magari la pensa diversamente da te è una bella cosa,e che in certi momenti storici il mondo-soprattutto per quanto riguarda i soldati semplici,spesso gente comune arruolata per forza-non si può dividere in buoni e cattivi.Andarlo a spiegare a chi un giorno manifesta sventolando la bandiera della pace e il giorno dopo si indigna per un libro che scopre il velo su tremende violenze del sceondo conflitto mondiale è davvero difficile,se non impossibile.
Ma la cosa più bella è la reazione di Pansa,che nonostante la vile intimidazione non abbandona la sala,e quando finalmente la sala viene sgomberata dai facinorosi dichiara:"Sono contento di quanto è avvenuto. Perché indica di quale carica d’odio sia intrisa la vita pubblica italiana, e quanti pregiudizi ideologici facciano velo al dibattito libero sulla storia. L’importante è comportarsi come abbiamo fatto noi stasera: restare calmi, non lasciarci intimidire, e rendere ognuno libero di esprimere la sua opinione. Loro, e noi".
Lezione di stile.